Storia della signorina Gambacorta, esclusa da un concorso perché ritenuta troppo bassa. Potrebbe sembrarvi l’inizio di un racconto di fantasia, ma succede anche questo nell’Italia di oggi. Tutto comincia in un paesino siciliano a due passi da Catania. Concetta Gambacorta, 24 anni, di Fiumefreddo, decide di partecipare al concorso per diventare allievo maresciallo della Guardia di Finanza. Si è preparata bene. Laureanda in Economia, più che subire il fascino della divisa, cerca un posto sicuro. È una degli oltre duemila giovani iscritti al concorso. I posti a disposizione sono 297. Ce la fa uno su sette.
Concetta supera brillantemente gli scritti. Affronta i test psico-fisici con la sicurezza di chi sa che manca poco al traguardo. Sogna i gradi ma non ha fatto i conti coi centimetri. Ne sono richiesti 161 per entrare nel corpo militare. Ma il corpo di Concetta si ferma a 159. Gliene mancano due. È la legge, dicono. Ha sbagliato chi legge l’antropometro, dice la giovane siciliana.
I finanzieri sono fiscali. Per definizione. Per entrare nell’esercito una donna deve essere almeno 1 metro e 61, quattro centimetri in meno di quelli richiesti agli uomini. Fosse vissuto oggi e fosse nato in Italia, Napoleone ce l’avrebbe fatta per un pelo. Attila con tutta probabilità sarebbe rimasto fuori.
Concetta resta basita. Mica voleva fare la corazziera al Quirinale. Crede di essere all’altezza. In tutti i sensi. Decide allora di fare ricorso e si affida a un avvocato di Fiumefreddo. Che di cognome si chiama Fiume.
Parallelamente al ricorso, Concetta spera nell’abrogazione della legge contro i bassi da parte del Parlamento. C’è consenso delle forze politiche sul tema, ma ci sono anche i soliti tempi della politica. Un disegno di legge che supera l’anacronistica norma è stato approvato al Senato, ma da qualche mese si trova in qualche cassetto chiuso alla Camera. E pensare che la chiamano pure Camera bassa. Meglio risolversela da soli.
Il signor Gambacorta, barbiere e padre della ragazza, spende diverse migliaia di euro per il ricorso al Tar. Soldi ben spesi, perché il tribunale concede una nuova misurazione. Il destino della Gambacorta dovrà essere deciso al Celio, ospedale militare di Roma. Concetta è di nuovo una “bambina” di fronte a “parenti” che mettono una tacca sul muro per vedere se è cresciuta. Ha 24 anni e intorno a lei non ci sono il babbo e la mamma con un gessetto in mano, ma giudici severi pronti a dirle se potrà rispondere “la finanziera” quando le chiederanno cosa vuole fare da grande.
Sale sul predellino. E ha ragione. Il responso ufficiale è 161 centimetri e 3 millimetri. Potrà indossare la divisa, anche se sarà un’ extra small. Il prossimo 17 dicembre, una seduta al Tar metterà la parola fine sulla vicenda e il sogno della signorina Gambacorta sarà realizzato.
Nec recisa recedit è il motto della Guardia di Finanza. Significa “neanche spezzata retrocede”. Come Concetta che, respinta in un primo momento, si è laureata, ha preso la rincorsa e si è arrampicata all’altezza richiesta. Questione di centimetri? No, di volontà.
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