Da Giulianova alla serie A. Da Marcozzi ai posticipi, la leggenda del “Frosinòne culòne”

Dici Frosinone e pensi al miracolo di una squadra di provincia promossa in serie A. Come il Carpi, con poche settimane di ritardo. Ma se dici “Frosinòne”, con la o spalancata al mondo senza pudore, la prima parola che viene in mente è Giulianova. Se siete cresciuti con la Gialappa’s Band, sapete già dove sto andando a parare. Se non è così, godetevi questo video. Fra un paio di minuti, ci rivediamo qua sotto.

È il 17 marzo del 1996. Una data storica per il calcio italiano. Quel giorno i calciatori della serie A decidono infatti di non scendere in campo. È il primo sciopero della storia del pallone. I giocatori intrecciano le braccia, reclamando una serie di diritti economici e sociali, da una maggiore tutela nei trattamenti previdenziali al diritto di elettorato attivo e passivo. Problemi che in serie C2, la categoria di Giulianova-Frosinone, fanno quasi sorridere. E infatti in quella domenica di quasi primavera, i dilettanti della quarta serie giocano il loro turno di campionato. La nona giornata di ritorno.

Rubens Fadini con la maglia del Torino. Morì nell'incidente aereo a Superga il 4 maggio del 1949

Rubens Fadini con la maglia del Torino. Morì nell’incidente aereo a Superga il 4 maggio del 1949

Abruzzesi e ciociari sono due squadre di vertice del girone C. Da mesi si contendono la testa della classifica con l’Avezzano. La prima classificata accede direttamente alla categoria superiore, le quattro squadre alle sue spalle si giocheranno la seconda promozione ai playoff. Allo stadio di Giulianova il clima è quello delle grandi occasioni. L’impianto è intitolato a Rubens Fadini, mediano del Grande Torino scomparso nell’incidente di Superga. Fu un bambino a deciderne il nome. In un bussolotto, il sindaco di Giulianova degli anni ’50, tifoso granata, decise di mettere i 18 nomi dei calciatori morti nel disastro aereo. Avremmo potuto avere il “Valentino Mazzola” di Giulianova o il “Julius Schubert”. Ma uscì il nome del centrocampista ferrarese, un uomo di fatica e sacrificio.

Danilo di Vincenzo, 30 gol in due anni al Giulianova

Danilo di Vincenzo, 30 gol in due anni al Giulianova

Le grandi storie restano se c’è qualcuno che le racconta. Non avremmo avuto l’Iliade senza Omero e avremmo dimenticato serenamente Giulianova-Frosinone se non ci fosse stato Francesco Marcozzi a raccontarla. I 90 secondi che avete sentito sono gli highlights di uno show durato 90 minuti. Quella leggendaria sfida del Fadini, per la cronaca, finì 2-2. C’erano 6000 spettatori nonostante la capienza massima fosse fissata a poco più di 4000. Il Frosinone passò due volte in vantaggio con Fantini, un difensore che segnò quel giorno le uniche due reti della sua stagione. Il Giulianova pareggiò con una doppietta del suo bomber, Danilo Di Vincenzo, 30 gol segnati in due campionati. Era il trascinatore di quella squadra e a fine campionato il Castel di Sangro, altro miracolo di provincia, lo acquistò per la serie B. Una gioia che Di Vincenzo assaporò solo per pochi mesi. Un drammatico incidente in auto lo uccise la notte del 10 dicembre di quello stesso anno. Troppo presto perché qualcuno gli intitolasse uno stadio. Di lui rimase un monumento all’ingresso dello stadio Patini. I sostenitori del Giulianova ancora oggi fanno due ore di macchina per rendere omaggio all’idolo di quella stagione di metà anni ’90.

Quel 17 marzo il “Frosinòne culòne” uscì indenne dal “Fadini”. Chissà se ce la fece grazie a quel'”abbitro” che Marcozzi avrebbe voluto fare arrestare da “polizzzzia” e “garabbinieri”.Un “ingapage”, disse di lui la voce di Giulianova, storico direttore della locale Radio G. Forse fu solo colpa di “una jella scalogna di tutti i colori” se alla fine del campionato l’Avezzano scavalcò entrambe, guadagnando così la promozione diretta. Rimanevano i playoff. La fortuna che, secondo il nostro cantore aveva accompagnato i ciociari, svanì nella doppia sfida contro l’Albanova. Frosinone eliminato e campani in finale contro un Giulianova uscito vincente in extremis dalla battaglia con la Viterbese.

Volete sapere com’è andata a finire? Chi sono io per dirvelo. C’è chi può farlo meglio di me. Qualcuno che quel 23 giugno del 1996, a Foggia, lo disse più forte di tutti.

A distanza di 19 anni le cose sono un po’ cambiate. Il Giulianova ha chiuso il campionato di serie D a metà classifica. Il direttore sportivo è Moris Carrozzieri, ex difensore di Samp, Atalanta e Palermo, una carriera stroncata nel 2009 per aver fatto uso di cocaina. L’Albanova, squadra di Casal di Principe, dopo vari fallimenti societari, sopravvive a stento in Seconda Categoria. I gloriosi anni ’90 sono un lontano ricordo. Il Frosinone invece è appena andato n serie A. Il suo allenatore si chiama Stellone. Di fronte a un nome così, Marcozzi avrebbe scosso la testa. E cercato il consenso dei vicini di posto.

Ah, se avete da sempre la curiosità di dargli un volto, eccolo. Di Omero e Shakespeare non restano prove certe della loro esistenza, di lui non ci sono dubbi.

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Comments

  1. ricghezzi says

    Io non capisco, ci sono due Giulianova-Frosinone 2-2, una del ’94 e una del ’96.
    Quella del ’94, in serie D, finì con il gol del pareggio di Pugnitopo al 93′. Stando a Wikipedia, però, si è giocata a Frosinone e non al Fadini.

    Quella del ’96 sembra essere la gara della telecronaca di Marcozzi. In questo caso non c’è stato alcun gol di Pugnitopo al 93′, peccato perché mi sarebbe piaciuto sentire l’audio di Marcozzi riferito a quel preciso momento 😀

    Però ho trovato in rete questo racconto, che secondo me confonde le partite del ’94 e del ’96.
    Parla di promozione diretta in C1, ma anche di un gol di Pugnitopo al 93′, insomma mischia le due gare

    http://www.daringtodo.com/lang/it/2015/03/30/frosinone-culone-la-vera-storia-dietro-la-leggenda/

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