M5S, altri due espulsi. E Grillo nomina 5 “delfini”

Massimo Artini e Paola Pinna, nuovi espulsi dei 5 stelle

Massimo Artini e Paola Pinna, nuovi espulsi dei 5 stelle

Fuori due. Altri due. Mentre per cinque parlamentari scatta la promozione a “punti di riferimento” del M5S sul territorio e in Parlamento. Ennesima giornata ad alta tensione del Movimento 5 Stelle fra epurazioni e polemiche. Fino all’inatteso passo indietro di Beppe Grillo, che apre a un direttorio formato da cinque fedelissimi parlamentari.

Giovedì sera, Massimo Artini e Paola Pinna, deputati quarantenni, hanno ricevuto il cartellino rosso dal web. Sono stati gli iscritti a decidere la loro espulsione. Un’affluenza più bassa del solito, solo 27mila votanti. Testimonianza di come sia profonda la crisi della partecipazione anche per chi segue la politica da una tastiera. Il 69% ha deciso che i due parlamentari non erano più degni di far parte della pattuglia pentastellata a Montecitorio.

Il motivo è la mancata restituzione di parte del proprio stipendio da parlamentari. Una tesi che i parlamentari hanno smentito. Artini ha pubblicato sul suo sito personale la rendicontazione. La Pinna invece ha diffuso tramite Facebook le prove dei bonifici effettuati. Non è bastato. Un post sul blog di Beppe Grillo li accusa di non avere usato il portale apposito dei 5 Stelle. È qui che nasce il problema. Perché molti parlamentari si erano già lamentati per la scarsa efficienza del sito. Gli ultimi dati disponibili sono quelli di giugno. Quasi tutti hanno aggiornato la loro situazione. I due espulsi non lo fanno da dicembre 2013. Hanno scelto una via diversa per farlo. Più un vizio di forma che di sostanza, comunque sufficiente per chiedere la loro testa. Immediatamente tagliata da un gruppo di boia digitali.

Andrea Cecconi, capogruppo M5S alla Camera
Andrea Cecconi, capogruppo M5S alla Camera

E anche su questo punto, la situazione appare poco chiara. Nelle precedenti epurazioni il procedimento era stato diverso. Una riunione del gruppo parlamentare, Camera o Senato, stabiliva se far decidere alla rete il destino degli imputati. Una decisone degli onorevoli cittadini presa a maggioranza, alla quale seguiva la consultazione online. In quest’occasione invece la votazione sul destino dei due deputati è stata direttamente indetta dal blog di Beppe Grillo. Senza riunioni preventive. Stavolta ai deputati toccherà solo certificare o meno la decisione degli utenti. Probabilmente senza una votazione interna, ma solo attraverso la ratifica del provvisorio capogruppo alla Camera, Andrea Cecconi.

Beppe Grillo ha atteso defilato il corso degli eventi. Ieri sera era a Marina di Bibbona e ha ricevuto visite: una cinquantina di attivisti e sei deputati. Fra questi c’era anche lo stesso Artini, fresco della sanzione telematica. I militanti restano fuori dai cancelli, i parlamentari entrano. Si confrontano per oltre un’ora. Senza che il destino degli espulsi venga cambiato. Anzi.

Nella mattinata di oggi, il leader aggiorna il blog con un comunicato. Ha deciso di nominare cinque nuovi responsabili dell’attività dei 5 stelle. I prescelti sono nomi noti: Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia. Spetterà a loro operare, si legge sul blog, “come riferimento più ampio del M5S in particolare sul territorio e in Parlamento”. A patto, ovviamente, che gli utenti ratifichino la sua decisione.

La foto di Beppe Grillo sul blog
La foto di Beppe Grillo sul blog

A simboleggiare il momento del leader pentastellato, una foto: Grillo in veste di Forrest Gump stanco, dopo una corsa durata mesi. Potrebbe essere il primo segnale di un disimpegno dell’ex comico. “Il M5S ha bisogno di una struttura di rappresentanza più ampia di quella attuale”, scrive. E anche se precisa di rimanere “nel ruolo di garante”, la sensazione è che gli ultimi insuccessi elettorali abbiano minato le sue certezze. Le critiche sul blog sono in crescita continua, un dato inversamente proporzionale ai risultati delle urne. Prima di essere violentemente disarcionato, l’uomo dello Tsunami Tour potrebbe decidere di scendere dal cavallo che ha smesso di galoppare. Una vita al trotto non è nelle sue corde. Accanto a lui, c’è qualcuno che corre più forte. È un cavallo padano, si chiama Matteo e in pochi mesi gli ha sfilato buona parte dei consensi. Un destino beffardo per chi, solo pochi mesi fa, pensava di superare l’altro Matteo, il cavallo che corre solitario e che decide le riforme con un ex Cavaliere.

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